L'Underdog,l'outsider,lo sfavorito. Le rare volte in cui a vincere è il meno atteso, si porta dietro un l’alone magico delle favole che si sognano da bambini. E se per il mondo intero,in ambito sportivo,la favola più bella parla del Leicester City e della Premier League vinta nelle 2014 anche le corse dei cavalli nel loro piccolo ne hanno di favole da raccontare.Ad esempio se chiedete a Jerry Bailey (uno che negli States ha vinto tutto, basti pensare a Cigar) vi dirà che la storia dei sogni porta il nome di Arcangues. Spesso le favole più belle nascono dal caso, dall’essere nel posto giusto al momento giusto. Poco tempo prima della corsa Sea Hero, già vincitore del Kentucky Derby, subì un infortunio e Jerry Bailey si ritrovò così senza ingaggio per le Breeders Classic da 3 milioni di dollari, fino alla chiamata,inattesa, per Arcangues.
Eppure quel nome francese nemmeno sapeva pronunciarlo bene, così come non capiva il francese del “muto di Chantilly” André Fabre e l’unica cosa che riuscì a cogliere quel giorno fu “good luck”, molto poco a cui aggrapparsi, come poche erano le sue speranze mentre si avviava alle gabbie in sella a quel sauro da 133 contro 1.
Jerry decise di montare quel francese quasi sconosciuto (nel 1993 era più difficile reperire informazioni sulle caratteristiche del cavallo) “alla francese”, attendendo il più possibile dopo aver fatto sfogare i classici parziali infuocati americani. All’ingresso in dirittura era fermo in punta di piedi, con Arcangues pronto a prodursi nello scatto finale, quello della storia, come le “foxes” di Leicester all’alba del girone di ritorno. E Santa Anita si ammutolì in un silenzio assordante.
Non che Arcangues fosse un brocco, aveva vinto il Prix d’Ispahan battendo il “nostro” Misil ma gli inviati dal vecchio continente hanno sempre faticato nella classica americana e bisognerà aspettare il 2008 e Raven’s Pass per un altro trionfo europeo nella corsa che ha visto fallire tra gli altri Halling, Swain, Giant’s Causeway, Sakhee, Galileo, Hawk Wing, Oratorio, Rip Van Winkle, So You Think e i più recenti Gleneagles, Churchill e Roaring Lion. Quel giorno Arcangues era solo un altro incosciente che osava sfidare gli yankee sulla sabbia di casa. Ma André Fabre ha dimostrato di non lasciare le cose al caso e, forte di alcuni lavori sulla pista in dirt della scuderia Wildenstein contro cavalli buoni, accettò la trasferta oltre oceano, per scrivere una favola nuova.
Dopo la corsa Arcangues rimase nelle scuderie di Richard Mandella, per il quale vinse il John Henry Handicap (Grade 2) e concluse la carriera nella Hollywood Gold Cup.
Dopo aver funzionato come stallone in Giappone, è deceduto nel 2006.
Questa è la storia di Arcangues e di quel giorno magico dove a tagliare per primo il traguardo fu l’underdog, l’ousider, lo sfavorito, come le foxes che arrivarono all’uva, come nelle favole più romantiche. i Kasabian,tifosi del Leicester,cantano Underdog dopo la vittoria della Premier League. Quota di apertura....5000 contro 1 per le foxes che sono arrivate all'uva
In memoria di Vichai Srivaddhanaprabha grande appassionato e propietario ippico che ci ha lasciato 2 anni fà. Rest in peace.
(AB)
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