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The six million dollar man

Aggiornamento: 2 mag 2020

Ippodromo di Churchill Downs, 12 maggio 1976. King Of Swat montato da un allievo appena sedicenne arriva ultimo. All'apparenza una non notizia dato che uno scenario simile capita spesso e volentieri ad ogni latitudine del globo. Ma non se quell'allievo nato nel Kentucky risponde al nome di Steve Cauthen, il ragazzo, "the Kid" come verrà poi soprannominato, che nei quindici anni successivi stupirà ed unirà il mondo ippico sportivo con le sue gesta e il suo talento.

Il suo nome e le sue imprese rimangono impresse nella pietra e nella mente in America legate ad Affirmed insieme al quale vinse la Triplice Corona: Kentucky Derby, Preakness Stakes

Belmont Stakes del 1978. Restano epiche e infuocate le sfide con il rivale di sempre Alydar al quale imposero l'alt in tutte e tre le prove. Ma Stevie Wonder era già l'idolo del popolo a stelle e strisce grazie ai risultati dell'anno precedente quando riuscì a vincere quasi 500 corse e a guadagnare, primo per precocità, la somma record di sei milioni di dollari in una sola stagione.

La fama e il successo possono dare alla testa figurarsi per un ragazzo di quell'età in copertina su Sport Illustrated come personaggio sportivo dell'anno e

in seguito su quella forse più ambita da chiunque: quella del Time. A certe altezze la testa può cominciare a

girare, ma non per "the six million dollar man", lo pseudonimo più celebre di Steve.

Come tutti i grandi jockey sanno, la corsa più difficile e importante da vincere è sempre la prossima e per migliorarsi continuamente la prima regola è non sentirsi mai appagati e mai sazi. Per rimanere in vetta è necessario, in un ambito dove la concorrenza è severa e non fa sconti, farsi trovare sempre pronti.

I problemi di peso sempre maggiori impongono a Cauthen nel 1979 di trasferirsi nel vecchio continente dove la pagnotta è sempre dura per un jockey che deve adattarsi alla morfologia delle piste, specialmente quelle inglesi così lontane in tutti sensi dagli ovali Usa. Tod Sloan a cavallo del '900 e Braulio Baeza agli inizi degli anni '70 sono due testimonianze dirette allo stesso modo del successo e della difficoltà di unire il mondo ippico superando lo scetticismo. Il primo, inventore della monkey seat, la monta della scimmia, rivoluzionò il modo di montare portando le ginocchia al garrese del cavallo. Fino ad allora in Inghilterra si montava con la staffa lunga nella massima espressione di Fred Archer anche se già a metà dell'800 Fordham si staffava più corto precorrendo i tempi. Baeza invece fu, nello stupore generale, il vincitore con Roberto nella prima edizione della Benson and Hedges Cup ( oggi International Stakes ) del 1972 a York dove furono

artefici della prima e unica sconfitta della carriera del crack Brigadier Gerard. Per dare un'idea della considerazione degli addetti ai lavori riguardo al fantino americano di origini panamensi basta ricordare come venne presentato: "Fuori dalle gabbie come un pipistrello fuori dall'inferno".

Ma torniamo a "the Kid" dopo questa digressione.

Cauthen in Inghilterra si trovò a incrociare la frusta con due mostri sacri seppur nella fase matura della carriera quali Lester Piggott e Joe Mercer e con due castigamatti come Willie Carson e Pat Eddery. Giusto per far capire l'ambiente. La prima vittoria in terra d'Albione è datata 7 aprile 1979 in un handicap di Salisbury per Barry Hills e questo fu solo il primo tassello del dominio che Steve Cauthen impose nel decennio seguente vincendo decine di classiche in tutta l'Europa che galoppa e che conta principalmente in connection con Sir Henry Cecil. Per il Maestro, appellativo che Cecil si è guadagnato negli anni, da ricordare tra le altre il connubio perfetto con le gemme Oh So Sharp, con la quale vinse la triplice corona femminile del 1985, e con la virago Indian Skimmer.

Derby di Epsom, King George, St.Leger.

Il capolavoro 1987 ha il nome di Reference Point, il cuore e il coraggio uniti alla straordinaria forza dello sfortunato figlio di Mill Reef portato al traguardo di Epsom da

una magia di Steve in testa pronti via fino al traguardo.

Un problema in preparazione alle 2000 ghinee di Newmarket gli ha forse precluso di vincere la triplice corona, un ascesso di brillare nell'autunno Parigino dell'Arc e una frattura a 7 anni ha privato l'allevamento

mondiale, anche se fino a quel momento al di sotto delle aspettative, della continuità della sua grandezza.

The six million dollar man ha appeso la sella al chiodo nel 1993 a soli 33 anni come solo i grandi sanno lasciare quando sono all'apice tornando nel Kentucky da dove era partito per dedicarsi anche alla famiglia e alle sue figlie con un bottino di quasi 2800 vittorie in una carriere che lo vede portare con orgoglio il rarissimo doppio di Champion jockey sia in Inghilterra ( per ben tre volte ) sia negli States.

Il rispetto delle regole e degli avversari unito alla sua genialità lo ha portato ad essere un miglioratore e un innovatore pronto ad adattarsi alle circostanze sportive e della vita galoppando sempre forte fin dal via nella concezione più profonda dello stile di corsa americano. L'ippica gli ha dato molto, ma deve pure parecchio a Cauthen, che il primo maggio ha festeggiato 60 anni e che come privilegio di pochi può a titolo dar del tu alla storia avendo lasciato il suo segno autografo sui tappeti smeraldo d'Europa e sulla porpora dorata d'oltre oceano. "Le corse comprendono ore di agonia e momenti di gloria. Ma momenti come la

Triplice Corona del 1978 ispirano la ricerca della grandezza". Firmato Steve Cauthen.

Luca Zavatteri

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