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MACARONI

Il Derby galante

Uno degli arrivi più galanti mai visti. Così fu definito da molti l'arrivo tra Lord Clifden e Macaroni

nel Derby di Epsom del 1863. Ultimo furlong: Lord Clifden, favorito della vigilia, si avvia a vincere, ma vacilla un paio di volte e scivola su una buccia d’arancia; George Fordham, antesignano della staffatura corta, cambia frusta, ma non riesce a parare il ritorno di Macaroni che vince di una testa. E pensare che per parecchio si pensò che fosse proprio Lord Clifden il vincitore o al

massimo un arrivo in parità.

In sella al vincitore Tom Chaloner, monta pulita, considerato il fantino ideale, freddo, paziente,

con uno stile risoluto nel finale, combinato ad una comprovata abilità. Per Tom questo sarà l’unico Derby in una carriera che lo vide vincere le maggiori prove del calendario eccetto le 1000 ghinee

E dire che di galante l’edizione numero 84 del Derby aveva veramente poco nei preventivi. Mercoledì 20 maggio, pioggia insistente per tutta la giornata ad infastidire se mai ce ne fosse bisogno i presenti, con i reali di nuovo spettatori ad Epsom dopo un paio di lustri d’assenza, e i nervi dei trenta alla partenza. Partenza che subì più di un ora di ritardo per gli oltre trenta tentativi richiamati che avrebbero sfiancato chiunque. Ma non Macaroni, colpito nel primo anno di vita da un virus respiratorio che indusse l’allevatore Richard Grosvenor a disfarsene abbastanza velocemente. Ma la tempra del figlio di Sweetmeat era più forte delle avversità. La fiducia riposta in lui da Richard Naylor, il proprietario , anche dopo il non brillante debutto a due anni fu linfa vitale. A tre anni oltre al Derby in bacheca St.Leger e 2000 ghinee, battendo a Newmarket Saccharometer che ad Epsom, anch'esso al via, fu la genesi delle tre cadute al Tattenham corner.

Forte in pista, forte in razza, formidabile come padre di fattrici, avo materno tramite Lily Agnes

del wonder horse Ormonde.

Tom e Macaroni si assomigliavano, entrambi mai sopra le righe seppur sempre al vertice,

affidabili, senza vivere di luce riflessa, tanto da splendere perpetuamente, inscindibili l’uno dall’

altro.

Luca Zavatteri


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